I social media danneggiano il benessere dei giovani? cosa dice la ricerca economica, di M. Pugno (pubblicato in Academia Mental Health and Well-Being, 2(1))

(Riassunto tradotto) Molte istituzioni educative ed esperti hanno lanciato l’allarme osservando che l’uso dei social media è pericoloso per il benessere e la salute mentale dei giovani. Tuttavia, le rassegne scientifiche esistenti su questo tema che affrontano i problemi della causalità ed eterogeneità nell’uso dei social media non forniscono risposte definitive. Questo articolo seleziona, esamina e discute studi empirici che analizzano la causalità in modo rigoroso, utilizzando campioni di grandi dimensioni e dati oggettivi su lunghi periodi di tempo, trascurando però il problema dell’eterogeneità. Questi studi adottano l’approccio dell'”esperimento naturale” per studiare l’accesso scaglionato ai social media sul territorio. La conclusione tratta per gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, l’Italia e la Spagna è che i social media generalmente danneggiano il benessere e la salute mentale dei giovani. Nel discutere questi studi, che appartengono alla letteratura economica, il presente articolo suggerisce una nuova interpretazione teorica: l’uso dei social media diventa dannoso perché sostituisce attività benefiche volte a raggiungere obiettivi futuri e pro-sociali, che avrebbero reso i giovani meno vulnerabili all’uso compulsivo dei social media. Prove a supporto emergono dalla rassegne di studi che prestano attenzione alla causalità. L’articolo evidenzia quindi la necessità che la ricerca integri diversi metodi e discipline focalizzati su una questione così complessa e urgente.

Creativity, well-being and economic development (Journal of Evolutionary Economics 2024)

(Traduzione) Lo sviluppo economico richiede novità endogene, secondo l’economia evoluzionistica. Per trovare la fonte endogena delle novità, ci concentriamo sulla creatività delle persone comuni quando costruiscono il proprio percorso di vita. Sosteniamo che tale “creatività vitale” sia endogena al sistema economico perché è una capacità tipica degli esseri umani, perché è intrinsecamente motivata, producendo quindi direttamente benessere, e perché può essere sviluppata con migliori condizioni economiche. L’articolo introduce dapprima le intuizioni di tre pionieri dell’economia evoluzionistica, procede mostrando il ruolo chiave della creatività nell’evoluzione umana, e poi propone l'”attività creativa” come una tecnologia input-output utile e allo stesso tempo condizionata dallo sviluppo economico. Si conclude mettendo a confronto la rivoluzione industriale in Gran Bretagna con la rivoluzione delle TIC negli Stati Uniti per i loro diversi effetti delle innovazioni di successo sulla creatività e sul benessere della vita.

L’articolo in inglese può essere letto qui

Well-being and Growth in Advanced Economies: The Need to Prioritise Human Development (by Maurizio Pugno, Routledge)

Benessere e Crescita nelle Economie Avanzate: la Necessità di dare Priorità allo Sviluppo Umano

La domanda di fondo del libro è: la crescita delle economie avanzate porta allo sviluppo umano, cioè allo sviluppo di quelle capacità che più contraddistinguono gli esseri umani? e i miglioramenti del benessere, mentale e fisico, sono così garantiti?

Purtroppo, il lento e prolungato declino di questo benessere negli Stati Uniti non invita all’ottimismo, ulteriormente scoraggiato dalla recente pandemia e dalla guerra.

Il libro sostiene, su base teorica ed empirica, che la crescita economica può portare sorprendentemente malessere alle persone perché erode il loro sviluppo umano fondamentale, una volta che viene data la priorità alle forze di mercato, e dunque alla corsa per il consumo, inclusiva di una certa dipendenza dai recenti prodotti digitali.

Lo ‘sviluppo umano’ è qui formulato come ‘fondamentale’ quando espande quelle capacità, come la creatività e la socialità, che hanno determinato il successo evolutivo della specie umana.

L’implicazione conclusiva è che dare la priorità alla ‘sviluppo umano fondamentale’ nelle scelte individuali e collettive garantirebbe miglioramenti del benessere e potrebbe modellare la crescita economica come più sostenibile dal punto di vista sociale oltreché ambientale.

Per estratti e informazioni commerciali si veda il sito della casa editrice.